martedì 31 dicembre 2013

Ultimo giro

È stato un anno complicato.
Di quelli che partono in un modo e finiscono, be', non saprei neanche dire di preciso.
Quindi scelgo di dargli il benservito, a questo anno complicato, all'ultimo minuto, con l'ultimo dei pochi post che questo blog ha visto nel corso dell'anno.
Forse aveva ragione chi mi ha detto "Potresti anche chiuderlo, così non ha senso." Per questo ho deciso di fare una cosa diversa da quanto mi si consigliava.
Breakfast of Champions smetterà di essere, come è stato troppo e troppo a lungo, un mero strumento di informazione su quello-che-faccio e robe-del-genere. Perché, spesso, le quello-che-faccio richiede tempi di pre-produzione enormi, che alle volte non portano a nulla. E del nulla non mi interessa certo parlare.
Non mancheranno post più "funzionali", certo, dove parlerò di lavori in uscita o altri impegni accessibili a chi di voi segue il blog.
Ma il resto cambierà.
E non parlo di estetica del blog.
Ho iniziato un lavoro mio, diverso dal fumetto, che vedrà la luce in modo diverso dal solito, proprio qui, forse anche a cadenze regolari. Se poi nemmeno quello funzionerà, allora ne trarrò le conclusioni e vedremo che fare.

Intanto, però, eccoci all'ultimo giro di questo difficile 2013.
E visto che ho latitato tanto, lo chiudo dando una notizia che dovevo dare mesi fa.
Ricordate quella sceneggiatura per il DYLAN DOG Color Fest di cui avevamo parlato tempo fa? Be', l'ho consegnata la primavera scorsa e Luca Dell'Uomo, veterano della serie, per la quale realizzò l'indimenticato "numero cinque", Gli Uccisori, lo sta disegnando. Non so ancora dire quando uscirà, ma vi terrò informati.

E in edicola in questi giorni trovate l'edizione italiana della storia in cui ammazzo tutti i mutanti e di cui si era già parlato, e non solo qui. Fu il mio primo lavoro per la Marvel, uscito esattamente quattro anni fa, giusto a Natale, e la trovate in appendice a Gli Stupefacenti X-Men 225 e fatemi sapere come vi suono in italiano. Perché per motivi di tempistiche editoriali, questa volta non ho tradotto io i miei testi originali in inglese e sono curioso di sapere che effetto fa essere tradotti da qualcun altro –nel caso specifico il buon Fabio Gamberini.

Questo è tutto, per quest'anno. Complesso, come si diceva. Non mi resta che lasciarvi con i classici auguri e un saluto che racchiude il senso di tutti i mesi appena passati.
Quindi buonanotte.
E buona fortuna.

martedì 5 novembre 2013

[Oggi] Occupy Deejay


La "chiamata" è arrivata solo ieri, quindi scusate il breve preavviso.
Oggi, dalle 15:30 alle 17:00, sarò ospite di Occupy Deejay, per parlare di fumetto e altro, insieme ai conduttori -Andres Diamond (chissà di cosa parleremo fuori onda...), la splendida Valentina Pegorer- e Andrea Berni di Badtaste.it.
QUI trovate la pagina Faceebok e QUI il link per seguire la puntata in streaming.
Sappiate che la mia voce risente ancora del tour de force lucchese, quindi meno male che ci metto la faccia, se no sarei probabilmente irriconoscibile.

lunedì 4 novembre 2013

[Diario] Lucca 2013 Giorno (mezzo) Quattro


Me ne sono andato da Lucca all'ora di pranzo, mentre una luce bellissima e tagliente annunciava un probabile, nuovo nubifragio.
Un ultimo giro di saluti, un caffè con Ausonia in assoluto relax, per poi chiudere con una inattesa e improvvisata (e divertente) session fotografica allo stand di saldaPress, dove mi sono misurato con Andrea G. Ciccarelli nella gabbia per zombie di The Walking Dead, sotto gli occhi (e l'obiettivo) di Luca Valtorta e Valeria Rusconi (grazie!) dello staff d i XL.
Appena avrò le foto, le posterò.

Un bilancio?
Professionalmente stimolante e positivo, certo.
Ma soprattutto, mi sono divertito.
Ed era tanto che non succedeva.
Alé.

domenica 3 novembre 2013

[Diario] Lucca 2013 Giorno Tre

Acqua.
Tanta, troppa.
E l'ho presa (quasi) tutta, inzuppando una giacca di pelle come raramente mi era capitato succedesse.

Però è stata un'altra giornata rilassante, senza corse, con tante chiacchiere e la fine della #maledizionedeldecennale, ovvero di quella strana combinazione di fattori che faceva sì che a Lucca non riuscissi mai a comprare nulla.
Ho comprato.
Poi, magari, deciderò di dirvi cosa e consigliare anche a voi i lavori che vengono a casa con me in quello che sarà un Giorno Quattro breve e mi vedrà lasciare Lucca attorno all'ora di pranzo.

A chiudere in bellezza la serata di ieri, poi, ci ha pensato la mia prima Cena Bonelli, dove ho avuto modo di vedere la enorme famiglia di autori e redattori riunita in un unico ristorante.
Il clima era quello di un matrimonio.
Di quelli a cui si va con piacere, insomma.

Ne riparleremo, ma ora corro a fare il check out e un ultimo, disperato giro di saluti mentre il dolore alla scapola (di natura ignota) che mi ero portato a Lucca, ha deciso di rompere i coglioni a dovere.
Ma, come direbbero gli yankee, we soldier on!

sabato 2 novembre 2013

[Diario] Lucca 2013 Giorno Due

Poco da dire.
Una bella giornata.
Perfino sorprendente.

Davvero.

E poi tante chiacchiere con amici e colleghi, facendo fatica a distinguere tra le categorie.
Che non è male.


Di più non dirò, perché devo correre incontro al Giorno Tre.
Che è il sabato lucchese. E piove.
Alè.

venerdì 1 novembre 2013

[Diario] Lucca 2013 Giorno Uno


Come ogni anno, ma diverso.
Lucca 2013 mi vede come sempre presente, ma senza uno scopo promozionale preciso. Quest’anno mi ha visto impegnato produttivamente su fronti nuovi e che daranno, si dice, i loro frutti a partire dall’anno che verrà. La mia “assenza dal web”, blog o social che sia, mi ha impedito di tenere il passo sulle varie lavorazioni, cosa alla quale conto di rimediare presto.

Il “diverso” a cui facevo riferimento, invece, riguarda una mia “presenza” (le virgolette si sprecano, oggi) a Lucca sotto forma di una mia lunga intervista fatta da Luigi Siviero per il suo libro Dall’11 Settembre a Barack Obama, che viene presentato proprio qui in fiera allo stand NPE. Un saggio appassionato e approfondito, quello di Luigi, al quale ho avuto il piacere di contribuire in virtù della mia esperienza come sceneggiatore per le due major americane.
Il libro ve lo consiglio, poi mi saprete dire, se vorrete, cosa pensate delle mie risposte.

La cosa buffa è che per Lucca era prevista anche l’uscita del volume DC Italian Invasion, antologia della RW Lion che celebra il lavoro dei tanti autori italiani (i disegnatori e lo sceneggiatore) che hanno collaborato con DC Comics nel corso degli anni.
Una bella iniziativa (anticipata da quella simile della Marvel/Panini) che purtroppo non ha visto la luce in tempo per Lucca 2013.
Peccato. Perché al suo interno avrebbero finalmente trovato un’edizione italiana le due storie di Catwoman che scrissi nel 2005, due loghi fa per la DC Comics.
 
C'era ancora quello bello, per capirci
Si tratta del “famoso” (virgolette) primo lavoro di sempre di una scrittore italiano per una major del fumetto americano. Un piccolo evento “storico” (daje) avvenuto quando questo blog non esisteva e Facebook non era ancora l’incubo odierno e quindi non ne avevo parlato granché.
Mentre cercavo un’immagine di copertina da corredo per questo articolo, Google mi ha portato al sito RW Lion, dove ho trovato questa immagine.



Anche se non sarà ancora a lungo visibile al link sopra riportato e, con ogni probabilità, nemmeno quella definitiva, mi ha fatto sorridere vedere utilizzata la cover della “mia” Catwoman per la pagina ufficiale del libro.
Che, a questo punto, troverete in fumetteria e libreria a novembre.
Adesso vado ad affrontare il Giorno Due.

giovedì 10 ottobre 2013

Vado, ammazo gli X-Men e torno



Cinquant’anni di X-Men.
Un’ottima ragione per spezzare (finalmente?) il silenzio del blog. Dopotutto, i mutanti Marvel sono stati per molti anni una delle mie letture preferite e quando Davide Occhicone e David Padovani mi hanno chiesto di contribuire al colossale Special che stavano preparando, non potevo certo rifiutare.
Il mio pezzo, che trovate QUI, è solo l’ultimo di una lunga serie di approfondimenti di ogni genere sul mondo dei mutanti della Casa delle Idee che da quasi un mese riempie le pagine de Lo Spazio Bianco.
Mi sono divertito a raccontare il dietro-le-scene della lavorazione della mia storia, la prima che realizzai per la Marvel e ancora inedita in Italia. Quella in cui ammazzavo tutti gli X-Men.
Nell'articolo, alle pagine del fumetto disegnate da Mike Getty, troverete affiancate anche le corrispondenti pagine di sceneggiatura, che magari possono incuriosire i fan della serie che non 

Poi vedremo di dare seguito a questo post e tornare a una frequenza accettabile su Breakfast. Non lo prometto, ma ci proverò. Nei mesi scorsi ho avuto molte cose “mondane” (diciamo così, via) a cui dare la priorità, oltre a nuovi lavori da mettere in cantiere. E se ho (davvero?) superato una certa avversione per il web che ultimamente mi ha spinto a guardare altrove, be', mi rifarò vivo presto.
Perché ci sono cose di cui voglio parlare da tempo ed è giunto il momento di farlo.
Cheers!



martedì 11 giugno 2013

[Diario] Del silenzio interrotto e del morire democristiani

Tornare a postare dopo tanto tempo.
E farlo per parlare di una cosa che ha attirato la mia attenzione e un'altra che fa di tutto per distoglierla.
Edward Snowden ha 29 anni e, fino a pochi giorni fa, lavora(va) come analista e sistemista per la Booz Allen Hamilton. Da anni, infatti, il Governo Americano seleziona aziende private per catalogare informazioni per conto della NSA. Questo outsourcing ha permesso potente Agenzia per la Sicurezza Nazionale di aumentare la sua incidenza di controllo sulle telecomunicazioni da e per gli Stati Uniti.
Ipotesi di complotto da Grandi Fratelli a parte, lo scandalo rivelato dal quotidiano inglese Guardian mette a nudo una pratica lesiva della privacy del cittadino che vedremo come e se verrà stigmatizzata.
Di sicuro, siamo solo all'inizio dello scandalo del sistema di controllo chiamato Prism che rischia di scombinare più di un equilibrio.

Forse è per via che sto lavorando a un'idea di storia che fa uso dei leakers, cosa che mi ha portato a seguire la storia di KYAnonymous e del suo recente coming out. O forse perché conosco gli americani e so che dietro a ogni attacco al potere centrale di Washington si nascondono obiettivi reazionari che hanno nella pericolosa destra bianca –ve lo ricordate Timothy McVeigh?– i loro promotori più o meno occulti. O forse, ancora, perché la NSA è coinvolta in parecchie polemiche sulla limitazione della libertà, fin dai tempi del Patriot Act (un acronimo strepitoso, gente... meglio del Marveliano SHIELD) di Bush Jr. Com'è come non è, il video in cui Snowden spiega con tranquillità in cosa consisteva il suo lavoro mi ha colpito per le enormi implicazioni che potrebbero risultare da questa complessa faccenda.
Che crea imbarazzo non solo alla potente CIA e alla NSA, già impegnate nella "caccia" a Snowden, che nel frattempo ha fatto perdere le sue tracce, ma anche all'amministrazione Obama, che di sicuro finirà sulla graticola per queste rivelazioni.

Il dilemma più grande, in effetti, è lo stesso che il caso di KYAnonymous pone: è lecito violare la legge per avere giustizia? Un dilemma che può sembrare più etico, che politico.
Una legge sbagliata, può essere violata, verrebbe da dire.
Qualcuno arriverebbe ad affermare che debba essere violata.
Poi però viene da chiedersi chi decide quanto e come sia sbagliata una legge.
Ed è lì che mi spaventa una strisciante democristianità che odio e sento crescere nella mia testa.
Quindi decido, addirittura, di scrivere qualcosa per Breakfast.
Per distrarmi.

Ed è lì che mi accorgo che non sono il solo a farlo.
Perché mentre mentre resto crucciato da questa vicenda rivelata dall'inchiesta del Guardian, mi rendo conto che l'attenzione di molti pare essere attirata dal finale della terza stagione di Game of Thrones e, più di tutti, dalla presentazione della PS4 nel keynote Sony dell'E3.
Cosa che mi preoccupa un po'. Perché rischio di essere distratto anche io.
E cazzo, non voglio mica morire democristiano.

martedì 19 febbraio 2013

[Anteprima] GRENDEL: bianco, nero & rosso (sangue)




Alle volte capita.
Senza sapere esattamente come, ci si ritrova in luoghi che conosciamo già, che conoscevamo tanto tempo fa. E quando ci mettiamo comodi, tutto ridiventa familiare, ed è piacevole, un po’ come quando si torna a casa dopo essere stati via a lungo.
Strano a dirsi, ma è l’effetto che mi ha fatto riprendere in mano un fumetto di GRENDEL.
Ma andiamo con ordine.
Perché magari non tutti conoscono il personaggio creato quasi trent’anni fa da Matt Wagner per la vecchia (e da tempo defunta) casa editrice Comico e vale la pena fare un po’ di storia. Wagner, allora ventenne, ideò uno dei primi antieroi del fumetto americano. E con antieroe non intendo un affascinante tenebroso dal passato oscuro, ma un vero figlio di puttana sanguinario. Un assassino che doveva la sua esistenza alla curiosità del suo autore che si ispirò, tra le altre cose, al Diabolik nostrano. Wagner scrisse e disegnò interamente i primi capitoli di quella che era destinata a diventare una saga incredibile e dalla vita editoriale complessa e affascinante. E lo fece usando uno stile di disegno con il quale, per sua stessa ammissione, cercava di rifarsi ai manga giapponesi (che all’epoca erano roba rara e strana, negli Stati Uniti) ma non era “abbastanza bravo” (parole sue, più o meno) e non fu molto soddisfatto del risultato.
Sulfureo
Tanto che qualche anno dopo, riprese il personaggio di Hunter Rose e del suo letale alter ego mascherato, rinnegando le storie originali, che da allora nessuno ha mai più visto, e ripartendo con un racconto che gettava le basi per il salto di qualità e il passaggio a serie regolare che valsero diverse nomination agli Eisner Awards.
Poi fu la volta del passaggio alla Dark Horse, dove videro la luce una serie di storie scritte da Wagner e altri sceneggiatori, gente del calibro di Steven T. Seagle e Darko Macan, e disegnate da un numero incredibile di artisti straordinari: da Tim Sale al mai troppo compianto Edvin Biukovic, da Duncan Fegredo a Jill Thompson e Ashley Wood.
Negli anni, il personaggio di GRENDEL si è evoluto sempre, divenendo un concetto, un sanguinario avatar capace di trascendere spazio e tempo ed essere il protagonista di storie di ambientazione fantascientifica o contemporanea, senza mai venire meno alla sua natura sanguinaria e guerriera.

La storia di GRENDEL è disseminata di ristampe, rifacimenti e revisioni dell’autore che ha visto crescere il suo personaggio insieme alle sue capacità, già straordinarie fin dal’inizio, di narratore. Wagner è un autore completo di rara efficacia. Il suo segno, rivisto oggi, sembra anticipare quello di Eduardo Risso e rimane moderno nella sua linea chiara, nell’amore per il liberty e l’art deco con cui compone pagine dove la china sembra scorrere con una morbidezza che il rosso sangue spezza ed esalta allo stesso tempo. Sono tante le double spread che portano spesso l’occhio del lettore a scorrere orizzontalmente lungo le lame gemelle dell’arma di GRENDEL, ma non si ha mai la sensazione che siano troppe. Uno storytelling efficace ancora oggi regge una storia che sa affascinare anche dopo tanti anni dalla sua stesura, pieno com’è di spunti visivi capaci, alle volte, di stupire. Come in una incredibile anticipazione che tanto ricorda una scena di Kill Bill 1: nel leggerla non ho potuto fare a meno di pensare che Quentin Tarantino l’avesse presa come ispirazione per girare la scena di O-Ren Ishii al tavolo dei capi Yakuza.

Provate a dire il contrario...

Sì, perché finalmente GRENDEL avrà un’edizione completa anche in Italia. Partendo dall’ottima Omnibus Collection di Dark Horse, Panini Comics inizia a pubblicare la saga di Matt Wagner dando alle stampe i due volumi GRENDEL 0 - Il Diavolo nelle Azioni e GRENDEL 1 - Ecco il Diavolo, disponibili a partire dal 21 febbraio e che ho avuto il piacere e il modo di (ri)leggere in [Anteprima] grazie alla copia che l’editore mi ha fatto avere.
(e che mi permette di lanciare una piccola, nuova rubrica, cosa che non mi dispiace affatto)
I volumi previsti per completare l’edizione nostrana sono dieci ed usciranno a intervalli regolari di 3/4 mesi. Siete avvisati.


Non posso che consigliarne l’acquisto, gente. Sono abbastanza attempato da poter vantare un passato da lettore di GRENDEL e la competenza sufficiente per affermare che vale assolutamente l’acquisto. E vi lascio con un breve aneddoto grendeliano.
Il luogo: una delle mie prima Lucca Comics.
Il tempo: forse il 1993, o giù di lì.
Lo stand: chisseloricordapiùormai.
L’oggetto: una maschera di GRENDEL, che sono pure abbastanza sicuro di aver comprato e non so più che fine abbia fatto.
C’ero già dentro a piedi pari, qualcuno potrebbe dire, ma vi garantisco che allora, come oggi, era il personaggio di Matt Wagner ad affascinarmi.
Credo capiterà anche a voi.
Di essere affascinati. Il resto mi sa di no.

(Un ringraziamento speciale ad Antonio Solinas, amico, esperto di fumetti e grande conoscitore della saga Grendeliana che, insieme a Nicola Peruzzi, ne cura l’edizione italiana.)

lunedì 14 gennaio 2013

[Diario] In morte di Gordon Lee

Chi era il signor Gordon Lee?
Non l'ho mai conosciuto personalmente, ma ho seguito il suo caso fin dall'inizio e ho contribuito a finanziare, nel mio piccolo, il Comic Book Legal Defense Fund per aiutarlo a difendersi in un processo che ha sempre avuto una sfumatura di assurdo e che è l'esempio perfetto di cosa non vada nel grande (geograficamente parlando) paese che ci ha regalato tanti bei momenti con i suoi giornaletti pieni di strani tizi in calzamaglia.
Gordon Lee quei giornaletti li vendeva nel suo Legends Comics, negozio di fumetti di Rome, Georgia. Li ha venduti per tanti anni, con passione e amore per il medium fumetto, in ogni sua forma. E quei giornaletti sono stati anche il problema più grosso della sua vita.
Nel 1994, le autorità lo accusarono di "distribuzione di materiale osceno" per aver venduto copie di due fumetti porno di cui non avevo mai nemmeno sentito parlare, Final Tabu e un altro dalla godereccia allitterazione nel titolo Debbie Does Dallas a due lettori adulti. Accusa che finì con la sospensione della sentenza e il pagamento di un'ammenda di 250 dollari.
Una cazzata, insomma.
ma di quelle che, in America, possono rovinarti la vita. Perché le grandi masse belanti di ottusi benpensanti casa-e-chiesa fanno sempre un putiferio ogni volta che si presenta una situazione del genere. E i procuratori distrettuali, che negli States sono eletti dallo stesso popolo bove (o peggio, nominati dal governatore), vanno a caccia di casi come quello di Gordon Lee per alimentare la loro visibilità "politica".
dev'essere successo qualcosa di simile nel 2004, quando a un minore venne regalato per errore, durante i Free Comic Book Day una copia di Alternative Comics #2, che conteneva un estratto della graphic novel di Nick Bertozzi The Salon, dove si trovava una vignetta (una vignetta!) che ritraeva un Pablo Picasso nudo, sebbene in una situazione non sessuale. I genitori del bambino, sicuramente due illuminati, fecero un esposto e, nonostante Gordon ammise l'errore e si offrì di fare pubblica ammenda, venne arrestato con l'accusa di aver passato materiale pornografico a un minore e altre cinque accuse per la quale non vi erano vittime indicate. Il CBLDF accorse in suo aiuto per sostenere le assurde spese legali a cui il negoziante doveva fare fronte e contestare la legge dello stato della Georgia.
Il tutto finì con la caduta delle accuse tra il novembre del 2007 e l'aprile del 2008, ma Gordon dovette fare fronte per anni alla follia quasi inquisitoria e disgustosamente (falsamente/opportunisticamente?) moralista delle autorità. Senza l'aiuto del CBLDF, Gordon non sarebbe stato in grado di difendersi e di tenere fede alla sua convinzione di essere innocente e di non dover permettere che il suo caso stabilisse un precedente pericoloso per la libertà di altri. Se avesse ammesso le sue colpe, si sarebbe risparmiato la merda che la becera opinione pubblica locale e di qualche scemunito del comicdom americano gli scaricarono addosso. Ma Gordon tenne duro, e alla fine dimostrò di avere ragione.
Vi dico tutto questo perché attraverso alcuni amici americani ho asputo che Gordon Lee non è più tra noi. Si è spento a soli 54 anni in seguito alle complicazioni dovute a diversi problemi cardiaci.
Ma la cosa che mi ha fato più male, la cosa più triste, è stato leggere che è stato costretto a (s)vendere tutto il materiale contenuto nel suo negozio, fumetti e qualsiasi altra cosa, per potersi permettere di pagare le spese per il proprio funerale.
E secondo me, Gordon Lee una cosa così non se la meritava.